Nell’ambito del progetto INTERREG GIREPAM (Gestione Integrata delle Reti Ecologiche attraverso i Parchi e le Aree Marine), il CIBM, supportando l’Ente Gestore, nel 2019 ha prodotto per la prima volta la mappatura completa dal punto di vista bionomico e batimetrico dell’Area Marina Protetta “Le Secche della Meloria”.

Si rimanda inoltre ad un breve video divulgativo sulle caratteristiche dell’area marina protetta e lo scopo del progetto.

Di seguito alcune informazioni sull’Area Marina Protetta.

Cenni storici

Il nome Meloria sembra origini dal meno piacevole “Malora” termine riportato su antiche carte nautiche che un tempo sostituivano egregiamente, visti i grandi navigatori del passato, i più sofisticati e precisi GPS odierni. Un nome un indizio. Al fiorente tempo delle Repubbliche marinare queste Secche erano infatti motivo di frequenti naufragi delle imbarcazioni che si dirigevano verso il porto di Pisa, Repubblica marinara che per questo motivo decise di erigere, nel 1150, una torre che segnalasse l’insidioso pericolo. Le molte fiaccole di segnalazione accese sulla sua sommità le portarono l’appellativo di “Lanterna”.

Quest’ultima veniva anche usata come posto di vedetta per avvistare precocemente gli attacchi dei Saraceni e di tutti coloro che contendevano a Pisa la supremazia dei traffici commerciali marittimi.

La torre, per la sua posizione non ebbe vita facile: fu distrutta e ricostruita molte volte e sede di innumerevoli battaglie.

Fa più memorabili si annovera quella del 1284 quanto i genovesi guidati dagli ammiragli Oberto Doria, Oberto Spinola e Benedetto Zaccaria con una flotta complessiva di 88 galere sconfissero le 103 galere dei pisani comandati da Alberto Morosini caduto prigioniero. I precedenti incarichi di quest’ultimo a Venezia e a Chioggia non bastarono per ottenere l’aiuto dei veneziani e la battaglia si concluse con l’inizio della decadenza di Pisa.

Due anni dopo i genovesi distrussero la torre che fu ricostruita solo nel 1598 da Ferdinando I de’ Medici, figlio di Cosimo I de’ Medici. Anche questa costruzione non fu indenne. Mareggiate e condizioni marine avverse ne provocarono più volte la distruzione fino ai primi anni del settecento quando Cosimo III de’ Medici decise di costruire una struttura massiccia a base quadrata alta 15 m e larga 7, con grandi archi che evitassero l’impatto con le onde e lasciassero passare le acque senza provocare danni.

Bisogna aspettare il 1867 per la costruzione del faro eretto a poca distanza dalla torre su una base di traliccio in acciaio.